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“Anoressia e ricoverato d’urgenza a 51 kg”: il dramma di Laerte Pappalardo dopo L’Isola dei Famosi

Un primo piano di Laerte Pappalardo vestito di verde

Laerte Pappalardo, figlio di Adriano, racconta a “La Volta Buona” il dramma dell’anoressia vissuto dopo L’Isola dei Famosi.

Non succede solo alle donne come Rosalinda Cannavò: anche gli uomini possono cadere vittime dei disturbi alimentari. La testimonianza di Laerte Pappalardo, figlio di Adriano Pappalardo, è tra le più forti e sconvolgenti mai ascoltate in televisione. Ospite del programma La Volta Buona, l’ex concorrente de L’Isola dei Famosi ha raccontato senza filtri il dramma dell’anoressia vissuto dopo il reality.

Caterina Balivo

Laerte Pappalardo racconta il calvario dell’anoressia dopo L’Isola dei Famosi

Laerte Pappalardo ha iniziato il suo racconto spiegando come tutto sia cominciato dopo l’esperienza televisiva: “Io pesavo 71 kg prima dell’Isola, ero arrivato a 54 kg“. Un cambiamento che inizialmente lo faceva sentire bene: “All’inizio mi piacevo da morire, poi sono iniziate una serie di problematiche“.

La spirale nella quale è precipitato è stata improvvisa e pericolosa: “Entri in una spirale che è micidiale. È una cosa che può capitare a chiunque, io pensavo solo alle donne invece no“. A colpire è la modalità con cui ha vissuto la malattia: “Io non facevo il classico metodo di un anoressico che mangia e poi sappiamo cosa fa, io non mangiavo. Non ho mangiato più per due anni“.

La sua dieta era ridotta all’essenziale: “Mangiavo una scatoletta di tonno e una mela al giorno, per due anni. Stavo a 270 calorie al giorno“.

Il ricovero d’urgenza e la rinascita

Le condizioni fisiche di Laerte Pappalardo, figlio di Adriano Pappalardo, sono peggiorate drasticamente, fino a richiedere un intervento medico urgente: “Sono arrivato alla bellezza di 51 kg, dopo di che c’è stato il ricovero immediato perché mi è scoppiata un’ascite improvvisa all’addome“. Ha spiegato che si trattava di “liquido che è fuoriuscito dentro l’addome, dall’intestino per la magrezza“.

La sofferenza mentale era profonda: “Una cosa mentale brutta, grave, ci ho messo 5 anni per uscirne“. La preoccupazione delle persone a lui vicine lo faceva stare peggio: “La gente intorno a me si preoccupava e più si preoccupavano mi infastidivano“.

Per ricordare quel periodo oscuro, ha mostrato un tatuaggio con la scritta “loop“, simbolo del suo inferno personale: “Ero in un loop infernale“.

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ultimo aggiornamento: 6 Novembre 2025 15:00

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